- On 19 Settembre 2023
- By Roberto Ranaudo
Obbligo del datore di lavoro di formare i propri lavoratori durante l’orario di lavoro, per quanto riguarda la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro, e orario di lavoro straordinario
l’obbligo del datore di lavoro di fornire formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro ai propri dipendenti è inderogabile per la norma della sicurezza sui luoghi di Lavoro (DLGS 81/08) : una sentenza della Corte di Cassazione (Cassazione Civile, Sez. Lav., 14 luglio 2023, n. 20259) ha chiarito il significato di “durante l’orario di lavoro” in relazione all’obbligo formativo. La sentenza stabilisce l’obbligo del datore di lavoro di formare i propri lavoratori durante l’orario di lavoro e la stessa formazione non può comportare oneri economici a carico dei lavoratori. Inoltre, la sentenza afferma che spetta al datore di lavoro dimostrare l’impossibilità di erogare il corso di formazione nell’orario di lavoro concordato. Nel caso giudiziario in esame, un dipendente è stato licenziato per aver rifiutato di partecipare ai corsi di formazione in materia di salute e sicurezza.
Attenzione che ….
Secondo la sentenza, il datore di lavoro può richiedere che il lavoratore partecipi a corsi di formazione al di fuori dell’orario di lavoro ordinario, sempreché corrisponda la dovuta retribuzione, con le maggiorazioni previste per il lavoro straordinario. Questo è quanto stabilito dalla sentenza della Corte di Cassazione citata. Inoltre, si sottolinea che il fatto di prevedere che la formazione non possa comportare oneri per il lavoratore “rappresenta un implicito riconoscimento della possibilità datoriale di richiedere che la formazione avvenga in orario corrispondente a prestazioni esigibili oltre l’orario normale”.
La Corte di Cassazione, nella sezione Lavoro, con la sentenza del 14 luglio 2023, n. 20259, ha stabilito che è legittimo per un datore di lavoro chiedere al lavoratore di frequentare un corso di formazione durante l’orario che potrebbe essere utilizzato per il lavoro straordinario. Il lavoratore non può rifiutarsi senza una motivazione valida, e un semplice rifiuto generico non è sufficiente.
Il datore di lavoro deve comunque rispettare la percentuale di lavoro straordinario massima prevista dalle norme che regolano i contratti di lavoro.
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